Il morbo dei dottori by Sherwin B. Nuland

Il morbo dei dottori by Sherwin B. Nuland

autore:Sherwin B. Nuland [Nuland, Sherwin B.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Codice Edizioni
pubblicato: 2020-04-06T22:00:00+00:00


Capitolo 6

Dopo aver scoperto la natura della febbre puerperale, aver escogitato un modo per prevenirla e aver realizzato quest’impresa della scienza clinica in modo logico, lucido, coerente con i principi del ragionamento induttivo e della nuova disciplina dell’anatomia patologica, ci si sarebbe potuti aspettare che Semmelweis si precipitasse ad affidare una completa descrizione del suo contributo alla letteratura medica. Ci si sarebbe anche potuti aspettare che conducesse esperimenti controllati per confermare in laboratorio la teoria concepita in clinica. Non fece nessuna di queste due cose.

Il tipo di esperimento più ovvio che viene in mente è relativamente semplice: il canale genitale, leggermente traumatizzato, di una dozzina di conigli viene sfregato a forza con un bastoncino o uno spazzolino contaminato da fluido infetto prelevato da una donna morta di febbre puerperale. Un’altra dozzina è sottoposta alla medesima procedura, ma il bastoncino o spazzolino contaminato prima di essere usato viene immerso in una soluzione di cloruro. Un terzo gruppo è trattato in maniera analoga ma con un bastoncino o spazzolino privo di fluido contaminato. La prova sarebbe consistita nell’osservare che tutti o quasi tutti i conigli del primo gruppo sarebbero morti, con reperti autoptici compatibili con quelli della febbre puerperale; non ne sarebbe morto nessuno del secondo; pochi, forse nessuno del terzo. Ma Semmelweis non tentò nulla di simile.

In realtà vi fu un debole tentativo di conferma sperimentale, ma i cui risultati fecero appena progredire la causa di Semmelweis. Incapace di resistere alle insistenze di Skoda (le cui esperienze in laboratorio erano limitate), si assicurò – senza entusiasmo – l’aiuto dell’amico Georg Maria Lautner, un giovane assistente universitario dell’istituto di Rokitansky. Fra il marzo e l’agosto del 1847, i due ricercatori riluttanti effettuarono una serie di nove esperimenti, malamente ideati. Nei primi sette il protocollo consistette nell’inserimento di uno spazzolino nella vagina e nell’utero di un coniglio immediatamente a seguito del parto, dopo aver intriso lo spazzolino nell’uno o nell’altro liquido ottenuto da un cadavere. Negli altri due il fluido venne iniettato nel canale genitale con una siringa.

Nei primi tre esperimenti il materiale usato per saturare lo spazzolino furono le abbondanti perdite addominali di madri morte di febbre puerperale. Tutti e tre gli animali morirono, e la loro autopsia palesò lo stesso tipo di referti incontrati nei cadaveri delle donne. Negli altri sei venne usata una varietà di fluidi tratti da molteplici fonti: il sangue di un uomo morto per denutrizione; fluido toracico, insieme a fluidi peritoneali, di un uomo morto di tubercolosi (il coniglio rimase in buona salute); fluido peritoneale proveniente dalla stessa fonte dell’esperimento 4 (il coniglio rimase in buona salute); fluido toracico infetto di un uomo deceduto per cause ignote, seguito dal fluido peritoneale di un uomo morto di tifo (il coniglio morì per cause non ben determinate, ma decisamente non quelle della febbre puerperale); pus tratto da un ascesso intercostale di un uomo morto di colera (il coniglio rimase in buona salute); liquido non descritto, iniettato tramite siringa nel canale genitale dello stesso coniglio usato nell’esperimento 4 (il coniglio



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